Dopo circa un mese di lockdown light, in Germania la situazione sembra improvvisamente peggiorata: il 13 dicembre sono stati registrati 16.362 nuovi contagi e il totale registrato dall’inizio della pandemia è arrivato a 1,32 milioni di contagi e a circa 21.787 morti. Sui media italiani circolano notizie sul collasso delle terapie intensive della Sassonia al punto che si dovrebbe decidere a chi dare l’ossigeno e a chi no. Le mie fonti in Germania non confermano questa notizia…, mentre non abbiamo dubbi sul fatto che dal 16 dicembre è stato attivato un inaspettato lockdown totale. Ho intervistato Eligerta Qafa, una ragazza che da Milano si è trasferita a Berlino qualche anno fa.
Ciao, Eligerta, dicci qualcosa di te, che lavoro fai, da quanto tempo vivi in Germania e in quale città?
Vivo a Berlino da cinque anni e lavoro come manager in un’azienda che opera nel settore della ricerca del personale. Ovviamente non ho cominciato a svolgere fin da subito questo lavoro a Berlino, tutto il primo anno mi ci è voluto per imparare la lingua e ambientarmi.
Quando si è cominciato a parlare di Coronavirus in Germania?
Dalla seconda settimana di gennaio ho sentito parlare dei primi casi in Italia, dove vive anche la mia famiglia, ma non si capiva bene cosa stesse succedendo.
In Germania abbiamo capito che il virus era arrivato anche da noi a febbraio. Anche se io non ho la tv e non seguo molto i giornali, ne parlavano già tutti…
A marzo quali misure restrittive sono state prese?
A marzo la situazione è diventata preoccupante. Sentivo parlare di questo strano lockdown, ma mi sembrava una cosa surreale, finché, proprio la prima domenica della chiusura, sono uscita fuori di casa per andare a fare una passeggiata, non ho visto nessuno in giro e sono tornata subito in casa. Allora ho capito che il lockdown di cui avevo letto sul web e che mi sembrava tanto strano era davvero reale! E’ stato uno shock per me.
In verità, però, il nostro lockdown non è stato restrittivo come in Italia. Per noi ad esempio c’è sempre stata la possibilità di uscire fuori, fare una passeggiata e respirare aria fresca, evitando ovviamente di stare in gruppo o sedersi su una panchina. Vi abbiamo ammirato molto, se avessimo fatto come voi italiani che uscivate solo una volta a settimana per fare la spesa credo che noi saremmo impazziti!
Hai perfettamente ragione, infatti molti di noi ci sono andati vicini…
A proposito dell’argomento supermercati, com’era la situazione da voi, trovavate tutto?
Anche qua c’è stato il problema che da un giorno all’altro non si trovavano più prodotti come disinfettanti, lievito per il pane, e soprattutto carta igienica, che era diventata come l’oro. Poi hanno messo delle regole, non potevi comprare più di un certo numero di pezzi di carta igienica. Il lievito invece in molti supermercati l’hanno tagliato a pezzi e così ciascuno ne poteva comprare solo una parte. Sono state situazioni paradossali, arrivavi a chiederti: avrò sbagliato a non fare una super scorta di carta igienica o lievito? Oppure, al contrario, eri felice se ne trovavi un pezzettino di pochi grammi in qualche supermercato. Ho visto anche persone litigare per il lievito!
Lo Stato ha aiutato dal punto di vista economico i cittadini che sono rimasti a casa?
Lo Stato ha aiutato soprattutto le aziende che non potevano concedere ai dipendenti lo smart working. Invece di licenziare, le aziende davano la possibilità di lavorare in una formula diversa, cioè a orario ridotto, in parte pagati da loro e in parte pagati dallo Stato.
Cosa dicevano i media in Germania sull’origine del virus? Credevate alla teoria del mercato di Wuhan e del passaggio dal pipistrello all’uomo?
Su questo tema ognuno ha sempre avuto la propria opinione. La storia del mercato di Wuhan non è mai stata chiara e in generale non ci siamo fidati mai troppo delle informazioni che arrivavano dalla Cina.
In quale situazione vi trovate adesso?
Dopo un’estate completamente libera e dopo il lockdown light del mese di novembre, adesso siamo piombati in un lockdown totale: tutto chiuso, persino le scuole, e in alcune regioni della Germania c’è il coprifuoco dalle 20:00 alle 5:00 del mattino. Ovviamente, com’è accaduto anche a marzo, anche questa volta possiamo uscire da soli per fare una passeggiata. Però dal punto di vista psicologico c’è una grossa differenza rispetto al lockdown precedente: al primo non eravamo preparati, ma ci siamo fidati e abbiamo pensato che fosse davvero necessario. Adesso vedo che la gente è stanca e preoccupata, soprattutto per le conseguenze economiche di questa nuova chiusura.
Berlino, poi, è la città simbolo della libertà in Germania. Qua alcuni soffrono particolarmente la chiusura dei locali. Pensa che circa un mese fa, un famoso locale del centro ha deciso di riaprire offrendo il servizio del test veloce per il virus all’entrata con il costo di 24,90 euro. Il risultato è stato quello di centinaia di persone che si sono presentato all’entrata e che, ovviamente, si sono anche aggregate… Questo episodio ci fa capire come la gente avesse voglia di tornare alla normalità. Invece con questo lockdown totale si è verificato l’esatto contrario.
La situazione è così disperata? I numeri giustificano questo nuovo lockdown?
Sembra proprio di sì. In realtà i numeri variano molto da un giorno all’altro, il 13 dicembre ad esempio si registravano 235 morti e poi, improvvisamente, il 15 dicembre si è toccato il picco mai raggiunto prima di 805 morti… In generale, nel primo lockdown sapevamo che i posti letto c’erano ed eravamo tranquilli perché ci sembrava tutto sotto controllo. Adesso sembra che le terapie intensive facciano fatica ad accogliere tutti quelli che ne hanno bisogno. Anche io, nel mio piccolo, mi rendo conto che il virus sta circolando tantissimo. Ho avuto amici che sono risultati positivi e sono rimasti a casa per due settimane. Uno di loro anche dopo due settimane risultata ancora positivo e ha dovuto prolungare la sua quarantena fino alla quarta settimana, quando finalmente il test è risultato negativo. Per fortuna il tampone si può fare anche da qualunque medico di base.
E’ vero che i tedeschi sono scesi in piazza più volte a manifestare? Quanti tedeschi hanno manifestato ad esempio il 29 agosto e quante il 18 novembre? Si trattava davvero di negazionisti? Avete raggiunto qualche risultato?
Molte persone sono scese in piazza appena c’è stata la possibilità, come ad esempio a fine agosto o a metà novembre, ma molti di loro sono andati senza mascherina e si sono aggregati, per questo in qualche modo sono passati dalla parte del torto… Molti tedeschi pensano che si stia cavalcando l’onda della paura per limitare le persone della proprio libertà. Io non sono d’accordo con questa teoria.
Come passerete il Natale in Germania?
Male. Come credo voi in Italia. Io ormai avevo capito da qualche settimana che non avrei potuto raggiungere la mia famiglia a Milano. I tedeschi invece, che hanno la famiglia vicina, si ritroveranno con il numero massimo di cinque persone (esclusi i bambini) che potranno vedersi in privato nelle festività e con la possibilità di nove persone solo per Natale.
In generale c’è una grande attesa per il vaccino che dovrebbe essere disponibile già a fine dicembre.
Posted By
giovanna
Categories
News
Tags
Germania coronavirus pandemia lockdown contagi